Semi di Colchico d'autunno (Colchicum autumnale)
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Semi di Colchico d'autunno (Colchicum autumnale)

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Semi di Colchico d'autunno (Colchicum autumnale)

Prezzo per Pacchetto di 10 semi.

Il Colchico d'autunno (nome scientifico Colchicum autumnale - L., 1753) o falso zafferano, è una piccola pianta erbacea autunnale, velenosa, dai vistosi fiori color rosa-violetto appartenente alla famiglia delle

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Semi di Colchico d'autunno (Colchicum autumnale)

Prezzo per Pacchetto di 10 semi.

Il Colchico d'autunno (nome scientifico Colchicum autumnale - L., 1753) o falso zafferano, è una piccola pianta erbacea autunnale, velenosa, dai vistosi fiori color rosa-violetto appartenente alla famiglia delle Colchicaceae.

Sistematica

Il genere Colchicum si compone di circa 60 specie soprattutto del Vecchio Mondo, mezza dozzina delle quali vivono spontaneamente in Italia. La famiglia delle Colchicaceae è poco numerosa e comprende 19 generi con circa 225 specie.

La classificazione tassonomica del genere di questa scheda è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa apparteneva alla famiglia delle Liliaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Colchicaceae[2]. In testi ancor meno aggiornati si può trovare, come famiglia, la nomenclatura “Cigliaceae".

Etimologia

Per merito della sua fioritura anomala (in autunno) e quindi facilmente individuabile, il colchico è una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi. In effetti il termine colchicum (in greco antico = kolchikòn) etimologicamente è posta in relazione all'antica Colchide (un regno affacciato sul Mar Nero nell'Asia Caucasica). Questo nome lo si trova già nei trattati di medicina di Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone e Galeno di Pergamo (129 – 216), medico greco antico ellenista.

Il nome venne ripreso per la prima volta in tempi moderni dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (5 giugno 1656 — 28 dicembre 1708) e consolidato definitivamente come genere nel 1737 da Linneo[3]. Il nome specifico (autumnale) fa ovviamente riferimento al periodo di fioritura anche se la stessa può avvenire anche in piena estate e può trarre in inganno chi crede di raccogliere lo zafferano (Crocus sativus) anche con esiti mortali[4].

Il binomio scientifico attualmente accettato (Colchicum autumnale) è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.

In lingua tedesca questa pianta si chiama Herbstzeitlose; in francese si chiama colchique d'automne; in inglese si chiama meadow saffron oppure autumn crocus.

Morfologia

Il Colchicum autumnale è una pianta bulbosa e glabra la cui altezza varia da 10 a 40 cm (minimo 5 cm). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne erbacea che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come i bulbi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori.

Radici

Le radici sono fibrose (di tipo fascicolato) ed escono lateralmente da un bulbo-tubero oblungo (piriforme o ellissoide) posto molto profondamente nel terreno (10 – 15 cm). In realtà è più precisamente un tubero che ha una consistenza solida avvolto in tuniche secche di colore brunastro (i resti dei tuberi degli anni precedenti). Inferiormente, in uno dei suoi lati è presente un caratteristico prolungamento. Questo tubero in tarda estate (o inizio dell'autunno) forma il germoglio fiorale dal quale poi si formerà il fiore vero e proprio, lasciando alla primavera successiva il compito di emettere le foglie con il frutto; nello stesso tempo si formerà un nuovo tubero da un internodo basale. Dimensione del tubero: diametro 3 cm; altezza 4 – 7 cm.

Fusto

Il fusto praticamente è assente: le foglie e i fiori crescono direttamente dal tubero radicale (il tubero può essere considerata la parte ipogea del fusto).

Foglie

Le foglie sono radicali, abbraccianti ed erette. L'inserimento della foglia nel tubero è spiralato ed embricato. La forma è lanceolato-acuta a portamento ondulato con numerosi nervi disposti longitudinalmente rispetto alla foglia e quindi paralleli. Il colore è verde intenso su entrambe le facce e la consistenza è piuttosto carnosa. Le foglie più grandi sono larghe 4 – 7 cm e lunghe da 15 a 26 cm (quindi 3 – 5 volte più lunghe che larghe).

Infiorescenza

L'infiorescenza è formata normalmente da un solo grande fiore con alla base una lunga porzione di tubo sottile che all'apice si espande in sei segmenti. Altri fiori (fino a 7 – normalmente da 1 a 3) possono germogliare da uno stesso bulbo ma in tempi successivi. Questa infiorescenza è priva di foglie (che spunteranno nella primavera successiva). Il tubo è sempre bianco (quasi incolore) indipendente dal colore del perigonio, mentre la forma del fiore è quella di uno stretto calice allungato che presto sfiorisce e si apre a ventaglio. Alla base del fiore è presente una spata ialina (di consistenza cartacea), mucronata, i cui margini sono allargati in ali membranose e avvolge il fiore per 1 – 3 cm. Lunghezza del tubo del perigonio: 10 – 20 cm.

Fiore

I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, penta-ciclici (ossia sono formati da cinque verticilli sovrapposti: perigonio con due verticilli di 3 tepali ciascuno, androceo con due verticilli di stami ciascuno e nella zona più centrale l'ultimo verticillo, il gineceo), trimeri (ogni verticillo è composto da tre elementi). Larghezza del fiore 30 – 80 mm

Formula fiorale:

* P 3+3, A 3+3, G (3) supero[5]

Perigonio: il perigonio è formato da sei tepali uguali (o scarsamente differenziati). Il colore varia dal bianco, al lilla rosato fino al purpureo (sono quindi tepaloidi, ossia simili ai petali per la loro funzione vessillifera). I tepali esterni sono larghi 9 – 13 mm.

Androceo: gli stami sono sei (3 + 3) inseriti internamente al perigonio. Tre sono più grandi, ma con filamenti più gracili. Le antere sono gialle. Lunghezza dei filamenti staminali: quelli più lunghi 15 mm; quelli più corti 10 mm. Lunghezza delle antere 5 mm.

Gineceo: l'ovario supero, formato da tre carpelli, è a tre logge con numerosi semi. Gli stili sono tre, liberi ed eretti dalla base in su ed emergono dagli stami. Gli stimmi sono allungati, clavati e ricurvi ad uncino; la consistenza è papillosa. Lunghezza degli stili 20 – 25 mm. Dimensione dello stimma 2 – 2,5 mm.

Fioritura: il periodo di fioritura è agosto – ottobre; mentre le foglie vengono emesse in primavera (insieme alla fruttificazione).

Impollinazione: l'impollinazione è entomofila tramite api e mosche. Il nettare si trova alla base dei tepali, in corrispondenza dell'inserimento degli stami.

Frutti

La fruttificazione avviene in maggio – giugno, ma è relativa alla fioritura dell'anno precedente. È una capsula setticida, ovato-oblunga e acuta all'apice che esce dalla terra insieme alle nuove foglie. I semi sono globosi e nerastri. La disseminazione di questi semi è favorita da alcune sostanze appiccicose presenti al loro esterno: in questo modo i semi aderiscono alle zampe degli animali di passaggio. Dimensione della capsula: larghezza 20 – 27 mm; lunghezza 34 – 55 mm.

Distribuzione e habitat

Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centro - Europeo.

Diffusione: sul suolo italiano questa pianta è comune al nord e rara sugli Appennini settentrionali. Fuori dall'Italia il ”Colchico autunnale” è comune nell'Europa centrale e meridionale (non è presente sulle Alpi Dinariche) come anche nell'Africa settentrionale e nel Caucaso.

Habitat: i terreni preferiti da queste piante sono quelli prativi (prati falciati), i pascoli ben irrorati da freschi ruscelli e le schiarite boschive. In genere queste piante vivono in colonie. Sui rilievi frequenta le praterie rase alpine e subalpine. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.

Diffusione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 2100 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e subalpino.

Usi

Farmacia

Sostanze presenti: sono piante velenose in quanto contengono la colchicina, un alcaloide altamente tossico (tra i vari effetti impedisce la formazione del fuso mitotico nelle cellule e quindi favorisce la poliploidia) contenuto soprattutto nei semi della pianta, ma anche nel bulbo[1]. Se ingerito causa bruciore alla bocca, nausee, coliche, diarrea sanguinolenta, delirio e morte[3] A volte la sola manipolazioni del fiore può causare danni alla pelle[7]. Questa sostanza viene definita anche "arsenico vegetale"[8]. Oltre all'alcaloide descritto, queste piante contengono altre sostanze come colchicoside, grassi vari, gomme, resine, tannino, olio e acido gallico[9]. Per la sua pericolosità è una "pianta non ammessa" dal Ministero della Salute nella preparazione degli integratori alimentari.

Proprietà curative: queste piante sono usate sia dalla medicina popolare che da quella moderna per le loro proprietà antitumorali[8], analgesiche (attenua il dolore), antipiretiche (abbassa la temperatura corporea), antigottose, emetiche (utile in caso di avvelenamento in quanto provoca il vomito) e altro ancora[3][9]. In passato si riteneva che il succo del bulbo del fiore, mescolato al salnitro, fosse utile per curare l'artrite e la gotta. La pianta veniva inoltre utilizzata nelle pratiche alchemiche, in quanto si riteneva che potesse aiutare a raggiungere l'etere.

Parti usate: i semi e i tuberi con i quali si possono fare degli estratti fluidi o delle tinture.

Giardinaggio

È facile trovare questa pianta nei giardini rustici o alpini sia per la delicata bellezza dei suoi fiori che per il periodo di fioritura, l'autunno, quando la maggioranza degli altri fiori ha già fatto il loro ciclo.

Nelle versioni orticole (o cultivar) i fiori possono avere colorazioni diverse dalla specie spontanea, oppure possono essere screziati o anche a fiori doppi. Queste piante vanno messe in terreni abbastanza ricchi, soleggiati e non troppo asciutti. I bulbi dormienti resistono abbastanza bene anche a temperature di circa -20 °C e vanno messi a circa 7 – 10 cm in profondità nei mesi estivi (luglio). Si propagano attraverso il seme e richiedono mediamente 4 – 5 anni per raggiungere la maturità.

Altri usi

Gli Zafferani falsi sono spesso impiegati in studi sperimentali di genetica agraria in quanto i processi che precedono la divisione della cellula (processi “cariocinetici”), in queste piante, sono abnormi determinando spesso fenomeni di poliploidismo.

F 79
327 Articoli

Scheda tecnica

Semi selezionati con cura?
Sementi raccolte a mano
HEIRLOOM ?
BIO Semi ?
Semi bio
Pianta medicinale?
Pianta medicinale: Sì

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