Semi di Ginkgo biloba 3.5 - 1
  • Semi di Ginkgo biloba 3.5 - 1
  • Semi di Ginkgo biloba 3.5 - 2
  • Semi di Ginkgo biloba 3.5 - 3
  • Semi di Ginkgo biloba 3.5 - 4
  • Semi di Ginkgo biloba 3.5 - 5
  • Semi di Ginkgo biloba 3.5 - 6
  • Semi di Ginkgo biloba 3.5 - 7

Semi di Ginkgo biloba

3,50 €

Semi di Ginkgo biloba

Prezzo per Pacchetto di 5 semi.

Ginkgo biloba L. è una pianta, unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae, dell'intero ordine Ginkgoales (Engler 1898) e della divisione delle Ginkgophyta. È un albero antichissimo le cui origini

Semi in confezione :
Quantità


Totale Valutazione Totale Valutazione:

0 1 2 3 4
0/5 - 0 recensioni

Vista valutazione
0 1 2 3 4 0
0 1 2 3 0 0
0 1 2 0 1 0
0 1 0 1 2 0
0 0 1 2 3 0

  Aggiungi recensione Vedi recensioni Vedi recensioni

Questo oggetto è stato venduto

141
volte

Semi di Ginkgo biloba

Prezzo per Pacchetto di 5 semi.

Ginkgo biloba L. è una pianta, unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae, dell'intero ordine Ginkgoales (Engler 1898) e della divisione delle Ginkgophyta. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa nel Permiano[1] e per questo è considerato un fossile vivente.

Appartiene alle Gimnosperme: i semi non sono protetti dall'ovario. Le strutture a forma di albicocca che sono prodotte dagli esemplari femminili non sono frutti, ma semi ricoperti da un involucro carnoso.

La pianta, originaria della Cina, viene chiamata volgarmente ginko o ginco o albero di capelvenere. Il nome Ginkgo deriva probabilmente da un'erronea trascrizione del botanico tedesco Engelbert Kaempfer del nome giapponese ginkyō (ぎんきょう?) derivante a sua volta da quello cinese 銀杏 "yin-kuo" (銀, yín «argento» e 杏, xìng «albicocca»; 銀杏T, yínxìngP, «albicocca d'argento»). Questo nome è stato attribuito alla specie dal famoso botanico Carlo Linneo nel 1771 all'atto della sua prima pubblicazione botanica ove mantenne quell'erronea trascrizione del nome originale. Il nome della specie (biloba) deriva invece dal latino bis e lobus con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie, a forma di ventaglio.

Morfologia

Portamento

È una pianta arborea che raggiunge un'altezza di 30–40 m, chioma larga fino a 9 m, piramidale nelle giovani piante e ovale negli esemplari più vecchi. Il tronco presenta rami sparsi da giovane, più fitti in età adulta, branche principali asimmetriche inclinate di 45°, legno di colore giallo. I rami principali (macroblasti) portano numerosi rametti più corti (brachiblasti), sui quali si inseriscono le foglie e le strutture fertili.

Corteccia

È liscia e di color argento nelle piante giovani, diventa di colore grigio-brunastro fino a marrone scuro e di tessitura fessurata negli esemplari maturi.

Foglie

Ha foglie decidue, di 5–8 cm, lungamente picciolate a lamina di colore verde chiaro. In autunno assumono una colorazione giallo vivo molto decorativa, dalla forma tipica a ventaglio (foglia labelliforme) leggermente bilobata e percorsa da un numero elevato di nervature dicotome. La morfologia fogliare varia a seconda della posizione e dell'età: le plantule hanno foglie profondamente incise, le foglie portate dai brachiblasti hanno margine interno e talvolta ondulato, le foglie portate dai macroblasti sono spesso bilobate.

Fiori

La Ginkgo è una gimnosperma e per questo non presenta dei fiori come abitualmente li intendiamo. Le Gimnosperme non hanno fiori, ma portano delle strutture definite coni o strobili o, come in questo caso squame modificate. I coni da un punto di vista funzionale possono essere considerare simili a dei fiori per omologia. È una pianta dioica, cioè che porta strutture fertili maschili e femminili separate su piante diverse.[1] Negli strobili maschili i microsporangi sono portati a coppie su microsporofilli, disposti a spirale su un asse allungato. L'impollinazione è anemofila.

Negli strobili femminili gli ovuli, inizialmente due, si riducono ad uno solo nel corso dello sviluppo e sono portati su peduncoli isolati. Dunque le piante femminili, a differenza della maggior parte delle Gimnosperme (in particolare delle Pinophyta), non producono coni propriamente detti, ma strutture analoghe a questi.

La fioritura è primaverile. Tra impollinazione e fecondazione intercorrono alcuni mesi. La fecondazione avviene a terra all'inizio dell'autunno, quando gli ovuli sono già caduti dalla pianta madre e hanno quasi raggiunto le dimensioni definitive. I gameti sono ciliati e mobili, come avviene in molti gruppi meno evoluti (Cycadophyta, muschi, felci ed alghe).

I semi, di cui è commestibile l'embrione dopo la torrefazione, sono lunghi 1,5–2 cm e sono rivestiti da un involucro carnoso definito sarcotesta, pruinoso di colore giallo, con odore sgradevole a maturità per la liberazione di acidi carbossilici, in particolare acido butirrico.[2] All'interno del sarcotesta vi è una parte legnosa chiamata sclerotesta che contiene l'embrione. La germinazione del seme è epigea.

Distribuzione

La pianta è originaria della Cina, nella quale sono stati rinvenuti fossili che risalgono all'era mesozoica. La pianta è stata ritenuta estinta per secoli, ma recentemente ne sono state scoperte almeno due stazioni relitte nella provincia dello Zhejiang nella Cina orientale. Non tutti i botanici concordano però sul fatto che queste stazioni siano davvero spontanee, perché la Ginkgo è stata estesamente coltivata per millenni dai monaci cinesi.

Coltivazione

È una specie eliofila che preferisce una posizione soleggiata e un clima fresco. Non è particolarmente esigente quanto a tipo di terreno anche se vegeta meglio in terreni acidi e non asfittici. È una pianta che sopporta le basse temperature: è stato dimostrato che non subisce danni anche a -35 °C. La moltiplicazione avviene generalmente per margotta. È preferibile coltivare gli individui maschili per evitare lo sgradevole odore dei semi; tuttavia il sesso della specie è difficilmente riconoscibile in quanto la pianta non presenta caratteri sessuali secondari affidabili. Le piante mal sopportano la potatura: i rami accorciati seccano.

Il primo Ginkgo biloba importato in Italia, nel 1750, si trova nell'Orto Botanico di Padova (Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO). È un esemplare maschile maestoso su cui, verso la metà dell'Ottocento, fu innestato a scopo didattico un ramo femminile.

Propagazione

La pianta si riproduce per seme o per talee semilegnose prelevate durante l'estate.

Usi

    Molto utilizzata come pianta ornamentale in parchi, viali e giardini grazie alla notevole resistenza agli agenti inquinanti non solo delle metropoli più inquinate, ma anche in cittadine più piccole. Viene inoltre usata anche per creare cortine frangivento.

    Diffuso il suo utilizzo per farne bonsai.

    Viene coltivata industrialmente in Europa, Giappone, Corea e Stati Uniti per l'utilizzo medicinale delle sue foglie.

    Il legno giallastro viene usato per la costruzione di mobili, lavori di tornio e intaglio, è però di bassa qualità data la sua fragilità.

    La parte interna legnosa dei semi viene utilizzata come cibo prelibato in Asia e fa parte della tradizione culinaria cinese. Viene commercializzato sotto il nome di "White Nuts". In Giappone i semi di Ginkgo vengono aggiunti a molti piatti, per esempio il chawanmushi, e utilizzati come contorno.

Proprietà medicinali

Somministrare con cautela in pazienti che assumono anticoagulanti, acido acetilsalicilico, ticlopidina, diuretici tiazidici, pentossifillina, trombolitici, caffeina, ergotammina; non associare a prodotti a base di aglio o derivati dal salice per aumento dei rischi di gastrolesività.

    Le foglie di Ginkgo biloba contengono terpeni, polifenoli, flavonoidi (ginketolo, isiginketolo, bilabetolo, ginkolide).

    L'ipotesi che i suddetti principi attivi abbiano un'azione sulle funzioni cerebrovascolari e sui disturbi della memoria, tali da suggerirne l'uso nella malattia di Alzheimer[3] non è suffragata da convincenti evidenze scientifiche.

    Il ginkolide B è ritenuto un antagonista del PAF (platelet activating factor), mediatore intracellulare implicato nei processi di aggregazione piastrinica, formazione del trombo, reazioni infiammatorie (iperattività bronchiale).

    Con le sue foglie è possibile cercare di migliorare la circolazione di sangue, sia a livello periferico sia cerebrale, apportando quindi un certo beneficio alla fragilità capillare e contrastando le varici.[5]

    Le foglie attuano un'azione di regolazione sulla circolazione e di opposizione ai radicali liberi rallentando i fenomeni di ossidazione, e proprio grazie a questa azione si contrastano gli effetti dello stress fisico e mentale.

    I gingkolidi prevengono il danno metabolico causato da ischemia cerebrale e riducono gli infarti causati da occlusione vasale. Il Bilobalide, più che il gingkolide B, esercita un potente effetto protettivo nei confronti del danno ischemico. Chiaramente,le proprietà antiossidanti e neuroprotettive del gingko sono importanti nei casi di ipossia, ischemia e danno neuronale.

    In cosmetica viene utilizzato, applicato a livello topico, per ripristinare il giusto equilibrio lipidico nelle pelli secche e screpolate.

Come coltivare il Ginkgo

  • esposizione e luminosità:esporre in pieno sole in una zona arieggiata.
  • temperatura: sopporta molto bene anche temperature rigide, non teme il caldo mite.
  • substrato: gli esemplari più giovani crescono bene in vaso in un substrato a base di loam.
  • irrigazione: intervenire solo in caso di periodi di prolungata siccità, per gli esemplari coltivati in vaso è necessario intervenire con maggiore frequenza.
  • concimazione: utilizzare dello stallatico ben maturo.
  • propagazione: Il Ginkgo si può moltiplicare per talea, oppure, per seme in autunno. Si deve poi coltivare in vaso per i primi 5 anni prima di piantare in piena terra all’aperto.
  • rinvaso: rinvasare in primavera in un contenitore leggermente più ampio del precedente.
  • potatura: in autunno togliere le foglie cadute attorno alla pianta, specie se coltivata in vaso.
  • avversità: non è soggetta a particolari tipologie di malattia.
  • piccoli consigli: è auspicabile prediligere esemplari maschi per evitare lo sgradevole odore dei semi.

Coltivazione

Gli esemplari giovani di ginkgo biloba si propagano per talea e questo rende riconoscibile il loro sesso. Il clima europeo è favorevole alla loro coltivazione in giardino. Il ginkgo biloba non richiede impegno per l’ innaffiatura: solo gli esemplari più giovani hanno bisogno di cure di questo tipo, ma soltanto nel caso di prolungati periodi siccitosi. Le piante più adulte, invece, sono soddisfatte dalle piogge. Grazie all’ottimo sviluppo e resistenza del proprio apparato radicale, l’albero non necessita di particolari concimazioni. E’ tuttavia preferibile arricchire con concime organico il terreno alla base dell’albero se questo a una recente messa a dimora.

Il ginkgo biloba ha infine una buonissima tolleranza nei confronti dell’inquinamento atmosferico e quindi assai facile adattabilità alla crescita in centri abitati.

Terreno

La sua preferenza va a terreni freschi e profondi, particolarmente ricchi di humus. L’humus, è bene ricordare, è un materiale organico in decomposizione presente nel suolo, grazie al quale il terreno trattiene molta acqua, funzionando in pratica come una spugna. Terreni argillosi, o, ancor meglio, quelli cosiddetti “torbosi”, sono i più ricchi in fatto di humus, e a loro va la preferenza dell’albero del ventaglio. E’ possibile, inoltre, aumentare ulteriormente la quantità di humus del terreno agendo con un’aggiunta di materia organica voluminosa.

Potatura

E’ consigliabile evitare di potare l’albero, al fine di ridurre drasticamente le possibilità di un avvizzimento apicale

Semina

Per la semina di questa pianta c’è un particolare procedimento da seguire.

1) La raccolta dei frutti va fatta a metà autunno, verso ottobre-novembre e vanno liberati dalla polpa. A questo punto è possibile metterli in una cassetta di sabbia bagnata per 10 settimane, avendo cura di mantenere la sabbia umida e di posizionare la cassetta in un luogo dove ci sia una temperatura ottimale che varia tra i 15 e i 21 gradi, questo per consentire all’embrione di maturare.
Una buona sistemazione è sopra un mobile della cucina, molto in alto, perchè il calore tende a salire e quindi lo si può sfruttare al massimo.

2) Fatta questa operazione, bisogna attendere un pò di tempo ad una temperatura non superiore ai 4 gradi per rimuovere la dormienza prima della semina e verso gennaio-febbraio, riponi la cassetta sul balcone o in giardino a contatto con il pavimento o la terra, ma coprendo comunque la cassetta con delle foglie oppure un telo.
Verso maggio-giugno, procedi a interrare i frutti in un miscuglio di terra da giardino e sabbia di fiume senza dimenticarti di mettere dei sassolini di scolo nel caso si voglia coltivare in vaso.
La pianticella così ottenuta va’ tenuta in una posizione semiombreggiata, la luce diretta del sole e’ bene la riceva soltanto durante le ore più fresche della giornata.

3) Non innaffiare mai eccessivamente, lascia sempre che tra un’annaffiatura e l’altra il terreno si asciughi per almeno un paio di giorni, quindi intervieni bagnando il substrato in profondità ogni due settimane, e nel periodo invernale bagnalo a intervalli di tempo più lunghi.
Se coltivata in vaso, è consigliato utilizzare vasi piccoli così da poter spostare i contenitori in un luogo riparato dal sole durante le settimane più calde dell’estate.
Almeno i primi due anni di vita della piantina è consigliato metterla in una serra non riscaldata durante l’inverno, mentre se in piena terra meglio provvedere con delle protezioni quali sacchi di tessuto.

Come germinare i semi di ginkgo:

https://rickshory.wordpress.com/2016/02/03/germinating-ginkgo-seeds/

T 58
87 Articoli

USDA Hardiness zone

Recensioni Recensioni (0)

Sulla base 0 recensioni - 0 1 2 3 4 0/5