Pianta resistente al freddo e al gelo

Semi di La Marruca (Paliurus spina-christi)

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Semi di La Marruca (Paliurus spina-christi)

Prezzo per Pacchetto di 10 semi.

La Marruca (Paliurus spina-christi Mill.) è un arbusto perenne molto ramificato, appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae e al genere Paliurus. Viene chiamata anche con i nomi volgari di cappellini

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Semi di La Marruca (Paliurus spina-christi)

Prezzo per Pacchetto di 10 semi.

La Marruca (Paliurus spina-christi Mill.) è un arbusto perenne molto ramificato, appartenente alla famiglia delle Rhamnaceae e al genere Paliurus. Viene chiamata anche con i nomi volgari di cappellini e soldini.

Morfologia

La marruca è un arbusto, latifoglie e caducifoglie, molto ramificato alto da 3 a 6 metri e con rami spinosi, ha ramoscelli flessibili con spine lunghe 5–8 mm, foglie ovali lunghe 2–4 cm con picciolo corto. I fiori sono ermafroditi, la fioritura va da giugno ad luglio con un'infiorescenza ad ombrello di piccoli fiori gialli. La maturazione dei frutti avviene tra ottobre e dicembre, il frutto è una drupa legnosa in forma di dischetto flangiato di 2-3,5 cm di diametro. La marruca è un arbusto con una crescita molto lenta, è un arbusto longevo ed esistono esemplari plurisecolari. La marruca è un arbusto eliofilo. Talvolta rifiorisce in autunno. Le foglie sono lanceolate e di un colore verde brillante.

Habitat

Pontico-mediterraneo, cresce in climi temperati e asciutti dal Marocco all'Iran, sopporta temperature basse fino a -10 gradi. la marruca è resitente all'aridità.

In Italia ha habitat in zone collinari, si trova dappertutto tranne nelle isole. In Sicilia è presente presso Gangi e nel bosco della Ficuzza[senza fonte], nelle zone più a meridione e sulle Alpi. Una volta era più diffusa perché usata nelle siepi, ma poi spesso sono state estirpate e in altre zone è stata sopraffatta da piante aliene o alloctone invasive.

Utilizzi

I frutti sono edibili (commestibili) con sapore di mela essiccata. I frutti tostati e macinati costituiscono un surrogato del caffè. L'infuso dei frutti dà una tisana diuretica per eliminare l'acido urico con proprietà ipoglicemizzanti. Dalle foglie si ottiene un preparato cosmetico contro la pelle grassa. Le foglie della pianta costituiscono il nutrimento delle larve della Bucculatrix albella.

Il discreto contenuto di acidi grassi Omega 3-6, ne fanno un valido aiuto per aiutare a combattere l’eccesso di colesterolo nel sangue e sono coadiuvanti in tutti i processi flogistici in genere, ottimi anche contro le prostatiti.

Dai suoi fiori le api producono un ottimo miele, essendo una pianta mellifera e si può produrre quello uniflorale ma è molto rara sul territorio italiano e la produzione è scarsissima.

La marruca era usata in passato, in alcune regioni italiane, per fare siepi impenetrabili e per recinzione dei campi a difesa dal bestiame al pascolo. In ragione delle spine e del fitto intreccio dei rami la siepe di Marruca costituiva una barriera pressoché impenetrabile.

Come erba medicinale (pianta medicinale) si utilizza il frutto del cespuglio, che contiene alcaloidi e tannini ed è apprezzato soprattutto per le sue capacità antinfiammatorie e antisettiche, antispasmodiche, espettoranti, astringenti e diuretiche.

Galeno lo consigliava per i calcoli vescicali. Il decotto di frutta secca (1 cucchiaio / 500 ml di acqua, bollire per 10 minuti e filtrare) viene consumato per tosse, asma, diarrea, ipertensione, purificando il sangue dall'infiammazione. Si combina perfettamente con le comuni bronchiti di semi di lino (Linum), tiglio (Tília cordáta), prímula veris, Plantágo major, Salvia officinalis, Malva sylvestris e asma acuta. Si pensa che abbia un effetto lassativo sull'intestino crasso mentre combatte l'artrite deformante, motivo per cui viene spesso consumato dagli anziani. Esternamente sembra aiutare soprattutto nel trattamento dei focolai di eczemi grazie alla sua azione antinfiammatoria.

Nota: la presentazione della pianta sopra non è affatto una ricetta. La consulenza di un esperto è considerata necessaria prima di utilizzare la pianta.

Nomi regionali

sono tanti i nomi volgari e comuni a livello locale della Marruca: marruca nera, piattini, soldini, cappellini, spino soldini, spino gatto, spina marruca, spino nero, spino crocefisso. A Bari è chiamato: "pane de Criste".

Curiosità

Il nome spina-christi ricorda come i suoi rami spinosi furono usati per fare la corona di spine posta sulla testa di Cristo prima della crocifissione.
L'uso della pianta è attestato sin dal V secolo a.C. : Greci e Romani chiamavano marrucini il popolo che coltivava la marruca, nome derivato dall'antica città di Marouca dove era usata per costruire recinzioni per i campi in difesa dal bestiame al pascolo. Per Plinio è un albero della Cirenaica che si chiama paliurus dal nome di un'antica città della Marmarica[1]. Infine il suo nome in ebraico è Shamir; con lo stesso nome si indica un mitico strumento usato per intagliare la pietra. In Romagna, o perlomeno a Santarcangelo di Romagna, i rami più vigorosi e dritti, con robusti rametti secondari, erano utilizzati per appendere, in locali riparati, i grappoli d'uva e i pomodori a grappolo da conservare per l'autunno e i primi mesi invernali. Il suo nome in romagnolo è maruga.

La marruca ricorda nell'aspetto il giuggiolo, appartenente alla stessa famiglia di piante.

T 86

USDA Hardiness zone

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