Pianta resistente al freddo e al gelo
Pianta resistente al freddo e al gelo
L'Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng.), è una delle specie facenti parte del genere Arctostaphylos.
L'Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi (L.) Spreng.), è una delle specie facenti parte del genere Arctostaphylos.
La pianta è un piccolo arbusto dell'altezza di circa 30 cm con foglie sempreverdi che cambiano ogni tre anni e piccole bacche rosse dal sapore non molto gradevole.
Composizione chimica
Il principale costituente della droga è l'arbutina; sono presenti anche la metilarbutina, l'idrochinone e derivati dell'idrochinone. L'acido fenolico maggiormente rappresentato è l'acido gallico, che, assieme alla galloilarbutina, costituisce la principale frazione dei gallotannini. Altri costituenti sono i flavonoidi e i triterpeni come l'acido ursolico e l'uvaolo.
Proprietà terapeutiche
Grazie alle sue proprietà antibatteriche e diuretiche è solitamente usata come rimedio contro le cistiti uretriti e infiammazioni/infezioni lievi dell'apparato urinario e nelle prostatiti.
Il Ministero della Salute nel DECRETO 9 luglio 2012 Disciplina dell'impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali[2] definisce l'effetto fisiologico dell'Arctostaplhylus Uva Ursi: Drenaggio dei liquidi corporei. Funzionalità delle vie urinarie.
Viene utilizzato come antisettico delle vie urinarie visto che l'idrochinone, il principio attivo, combatte l'adesione dei batteri alle pareti uroteliali e agevola il loro allontanamento da parte dell'urina.[3] L'idrochinone ha mostrato ottime azioni antinfiammatorie quando è venuto a contatto con i ceppi più diffusi quali l'Escherichia coli e lo Streptococcus, infatti l'Uva Ursi è impiegata come terapia nutraceutica e non anti-antibiotica assieme ad altri prodotti naturali come Cranberry ed Echinacea[4] per la cura della cistite e della cistite recidivante.
Ha dato ottimi risultati anche nell'ipertrofia prostatica e nella ritenzione urinaria.
Se usato come prodotto di erboristeria, viene raccomandato l'uso delle foglie in tisana e in decotto, soprattutto se associate alla gramigna, al timo. È sempre consigliabile la prescrizione medica poiché si sono riscontrati casi di gastralgia e anche di intossicazione.
Scheda tecnica