Pianta gigante (con frutti giganti)
Pianta resistente al freddo e al gelo
Anche se nativo della Cina, le stupefacenti proprietà meccaniche e la capacità di adattarsi a varie zone climatiche, hanno portato il Phyllostachys Bambusoides a diffondersi da secoli in buona parte dell’asia,
Anche se nativo della Cina, le stupefacenti proprietà meccaniche e la capacità di adattarsi a varie zone climatiche, hanno portato il Phyllostachys Bambusoides a diffondersi da secoli in buona parte dell’asia, principalmente in Giappone, dove è il Bambù Gigante più coltivato e utilizzato. Dal Giappone viene infatti il suo nome più famoso: Madake, che tradotto dal Giapponese significa Bambù Comune. In occidente è conosciuto anche come Japanese Timber Bamboo, ovvero Bambù Giapponese da Legname.
In tutta l’Asia la canna grezza è utilizzata da secoli per la costruzione di strutture portanti, in Giappone era essenziale per le coperture dei grandi templi e palazzi, e ancora oggi è l’unico materiale con cui si realizzano i flauti tradizionali Buddhisti (Shakuhachi), e le spade per combattere nell’arte marziale del Kendo (Shinai).
Dalla seconda metà del 900 si è diffuso nel resto del mondo per utilizzi industriali, principalmente negli Stati Uniti e in Australia.
Descrizione
Il bambù gigante Madake è una specie che prospera principalmente in climi temperati, ma può sopportare – senza alcuna modificazione genetica – temperature da+40° a – 26° C.
Resiste alle gelate, e per la sua resistenza meccanica può sopportare carichi di neve sulle sue cime senza spezzarsi o piegarsi, come succede con altre specie endemiche di zone più calde.
Il Madake può sopportare neve o sole cocente per mesi, e questo lo ha portato a diffondersi in un’ ampia zona del pianeta.
Queste caratteristiche fanno del bambù gigante Madake uno dei principali candidati per la coltivazione in tutta Italia.
Riduce l’effetto serra, combattendo il riscaldamento globale: i bambuseti sono fabbriche di fotosintesi, riducono i gas responsabili dell’effetto serra, infatti le piante di bambù gigante assorbono circa 5 volte la quantità di biossido di carbonio e producono circa il 35% in più di ossigeno, a parità di proporzioni, di una foresta di latifoglie o conifere.
Un ettaro di Bambù gigante Madake cattura in un anno 17 tonnellate di carbonio, grazie all’enorme e perenne superficie fogliare.
La presenza massiccia di silicio e carbonio assorbito dall’atmosfera, fa sì che i suoi germogli debbano essere bolliti per il consumo alimentare, onde eliminare il retrogusto amaro che hanno da crudi. Questo tipo di trattamento è comunque comune a tutte le specie di Bambù, unica eccezione è il Phyllostachys Dulcis, detto anche Sweetshoot (Germoglio Dolce), proprio perchè è l’unica specie che può essere consumata cruda.
L’aspetto più sorprendente del bambù gigante Madake è rappresentato dalle straordinarie proprietà meccaniche: la resistenza a tensione delle sue fibre può toccare i 12.000 kg/cm2, quasi due volte quella dell’acciaio, supera addirittura il calcestruzzo nella resistenza a compressione. Sta diventando sempre più competitivo sul mercato delle costruzioni green e per le sue caratteristiche un laboratorio di ricerca di Singapore, costituito da un team svizzero-asiatico, il Future cities laboratory, in collaborazione con l’Istituto federale svizzero di tecnologia di Zurigo, sta testando il bambù nel cemento armato, proprio al posto dell’acciaio.
Altri valori:
Resistenza meccanica alla compressione: 780 kg/cmq
Resistenza meccanica alla trazione: 2480 kg/cmq
Peso specifico: 700 kg/m3
L’altezza dei culmi di una piantagione avviata, va dai 15 ai 20 metri.
Il diametro varia da 8 ai 15 cm.
É la specie di bambù gigante con il tempo di fioritura più lungo: 130 anni circa. La fioritura, per un Bambuseto equivale a una “morte momentanea“: i culmi si seccano per lasciare luce e spazio alla nuova generazione, ma i semi cadono sul terreno riformando il bambuseto nel giro di pochi anni, senza l’intervento dell’uomo.
L’ultima fioritura del bambù gigante Madake è avvenuta nel 1970, per cui, se la natura lascia il suo ciclo invariato, la prossima fioritura avverrà nel 2100.
I germogli completano la loro crescita diventando fusti in soli 60/90 giorni.
La qualità del suo legno è superiore – per durezza, resistenza meccanica e durabilità – a quella del Rovere.
I culmi si sviluppano con diametro uguale dalla base alla punta, senza deformazioni tipiche di altre specie di Bambù Gigante.
Il Madake è la specie di Bambù Gigante con il maggiore spessore della parete legnosa. Per fare un esempio, un culmo di Dendrocalamus Giganteus (la specie più grande in assoluto) di 25/30cm di diametro, generalmente ha una parete legnosa dello stesso spessore di un culmo di Madake di 12/15cm.
I germogli possono pesare fino a 1 kg, e rappresentano un prelibato alimento, ricco di minerali e vitamine, apprezzato dalla cucina orientale ed occidentale. E’ d’obbligo precisare che i germogli di grande pezzatura si riscontrano in foreste adulte dopo opportuni diradamenti atti ad ottenere culmi di grande dimensione e altezza, adatti per il legname.
Relativamente più lento nella crescita rispetto ai Bambù giganti impiantati in zone tropicali, resta comunque una delle piante a più rapida crescita nel mondo, fra le prime specie dei climi temperati.
E’ anche ignifugo: quando il bambù è verde difficilmente brucia, anche se fosse ha la forza necessaria, grazie alla rete di rizomi e al fogliame molto alto, per continuare a generare nuove canne ogni anno.
Il bambù gigante Madake contiene sostanze naturali antibatteriche e antimicotiche che bloccano lo sviluppo di dannosi parassiti e non richiede l’utilizzo di pesticidi.
Ambiente e coltivazione
1. Tipologia del terreno
Il bambù gigante Madake si adatta a quasi tutte le tipologie di terreno, fra le varie specie di Phyllostachys esportate nel mondo è quella con le capacità di adattamento più elevate. Cresce bene anche in montagna: le foreste di Madake si estendono dai tropici alle regioni più temperate: Cina, Giappone, Himalaya, Europa e Nord America, con una distribuzione che va dal livello del mare fino a 4000 mt di altitudine.
Essendo un Phyllostachys di tipo Runner, i rizomi “strisciano” ad una profondità di 20-30 cm. e pertanto non necessita di terreni profondi, può essere coltivato anche in presenza di bancate rocciose e falde acquifere.
Sono da evitare terreni non drenanti con ristagni d’acqua in superficie e terreni confinanti con stagni salmastri.
Viene usato anche per risanare terreni o acque reflue inquinate, per via dei suoi effetti “fitodepurativi”.
Il Madake prospera anche in terreni leggermente alcalini e sopporta il calcare, sempre che non sia dominante.
Il terreno ideale per coltivare la maggior parte dei Phyllostachys di tipo Runner è un terreno fresco, leggero e ben drenato con pH variabile da leggermente acido a neutro, fino ad arrivare ad uno leggermente alcalino. Il bambù gigante Madake è comunque la specie di bambù che meglio si adatta alle varie composizioni di terreno.
Come per tutti i Bambù che superano i 2 metri di altezza, è altamente consigliata l’esposizione a pieno sole
2. Preparazione del terreno
Praticare un’aratura come quella effettuata solitamente per il grano: aratura (profondità 40/50cm.) da effettuare una sola volta 1-2 mesi prima dell’impianto.
La concimazione di fondo, soprattutto organica, anche se non indispensabile a bambuseto maturo, è indicata per accelerare lo sviluppo ed ottenere buoni risultati di produzione.
Noi consigliamo comunque una concimazione NPK in autunno e primavera: studi effettuati negli USA (vedi world bamboo organisation ) hanno documentato la necessità di dette concimazioni per ottimizzare l’accrescimento. E’ necessario però farsi assistere da esperti perchè una dose errata di fertilizzante può portare a scompensi e rallentamenti della crescita.
Per contenere il bambuseto è sufficiente realizzare dei fossi perimetrali di circa 60-70 cm. di profondità.
Oltre al fosso perimetrale, è bene realizzare dei sentieri di 3-4 metri di larghezza per consentire il trasporto dei culmi durante la raccolta.
3. Messa a dimora delle piantine
Eccetto i periodi di gelo intenso, il bambù gigante Madake può essere trapiantato in tutte le stagioni.
Il periodo migliore è alla fine dell’estate e nel corso dell’autunno. Il terreno in quel periodo è sufficientemente riscaldato per permettere uno sviluppo rapido del sistema ipogeo. L’autunno, inoltre, è il periodo di crescita dei rizomi e in poco tempo il bambù attecchisce.
Praticare buche della grandezza pari alla dimensione dei vasi;
Dopo aver svasato e messo a dimora la pianta nel terreno, effettuare una concimazione organica localizzata a ridosso delle piante;
Effettuare una pacciamatura attorno alle piante;
Si consiglia la semina di azotofissatori come erba medica, trifoglio o favino per contenere lo sviluppo delle erbe infestanti. Essendo una graminacea dominante, le infestanti verranno completamente eliminate dal bambù durante il suo sviluppo;
La necessità di irrigazione dovrà essere valutata in base alle condizioni climatiche della zona di coltivazione. Se vengono impiantate piante madri con rizoma già formato (consigliabile per assicurare l’attecchimento e ridurre notevolmente il sesto d’impianto e relativo costo), l’irrigazione può essere effettuata anche a pioggia, almeno sino a quando lo consentirà l’altezza della vegetazione.
L’irrigazione è necessaria solo nei primi 2/3 anni di vita.
Dal secondo anno in poi, il rinnovo delle foglie rappresenta una vera e propria pacciamatura e concimazione naturale: marcendo sul terreno, le foglie producono humus ed allo stesso tempo proteggono l’apparato radicale dal freddo e dalla siccità.
Dal quarto anno in poi, l’irrigazione è consigliata solo in casi di grave siccità (4/5 mesi senza precipitazioni).
4.1 Sesti di impianto
I sesti realizzabili differiscono notevolmente in funzione della specie e, soprattutto, se vengono impiantate piantine radicate di pochi mesi, oppure piante madri fornite di apparato rizomatico già formato e pronto a produrre nuovi germogli. Il rizoma già formato garantisce un attecchimento immediato, con conseguente perdita di piante pari a zero.
L’attecchimento immediato garantisce un veloce sviluppo di nuovi rizomi che inevitabilmente ci daranno nuovi germogli fin dal primo anno di insediamento delle piante, senza dover aspettare 3 o 4 anni se si mettono a dimora piantine di 20 o 30 cm.
Precisiamo che le piantine senza apparato rizomatico vengono ottenute per micropropagazione in ambiente asettico.
Questa tecnica è sconsigliata dalla world bamboo organization perchè, una volta trasferite in campo, le piantine sono esposte a microorganismi patogeni prima che sviluppino le proprie difese naturali. Ciò può pregiudicare l’attecchimento e comunque ne rallenta la crescita.
In Italia vengono proposti sesti che vanno dal 3 x 3 sino al 20 x 20. Se facciamo riferimento all’esperienza e alle continue sperimentazioni condotte negli USA (riteniamo attendibili soprattutto quelle praticate nell’Oregon con condizioni climatiche simili alle nostre), il sesto più adottato è 20 x 20: 400 mq a disposizione di ogni pianta madre con apparato rizomatico già sviluppato.
Il rizoma della pianta madre, trova così lo spazio ed il terreno fertile di cui necessita, senza entrare in competizione con le altre piante.
Per maggior chiarezza precisiamo che un sesto 5×5 produrrà molti germogli, ma nessun culmo commerciale per legname perchè lo spazio a disposizione di ogni pianta madre non ne consente lo sviluppo.
I culmi di bambù gigante raggiungono altezze più grandi di anno in anno, aumentandone anche il diametro: vale a dire che i culmi del 4° anno saranno molto più grossi di quelli del secondo.
4.2 L’espansione della piantagione avviene nel modo seguente:
una pianta madre alta circa 2,5 metri, con 4 canne, produce tre nuovi germogli in primavera che raggiungeranno un’altezza di 3 metriRunner Propagation - ABS in 2 mesi.
Il secondo anno queste sette canne produrranno da 5 a 10 nuovi germogli che raggiungeranno circa 5 metri di altezza con un aumento del diametro proporzionale all’altezza .
Andando avanti al 4° anno, questa pianta avrà prodotto 60 culmi abbastanza robusti da raggiungere 15 metri di altezza. Questo perché i germogli si sviluppano in proporzione alla robustezza del rizoma e si comportano come se fossero una singola pianta madre.
Dall’anno successivo il rizoma generato dalla prima pianta madre avrà raggiunto la robustezza necessaria per produrre germogli sempre più grossi con culmi che supereranno i 20 metri e che avranno un diametro ed uno spessore da legno pregiato.
Facciamo bene i conti, considerando una produzione di soli 3 germogli: al quarto anno abbiamo 1200 culmi da almeno 15 metri di altezza (20×60);
• Al quinto anno ciascuno di essi produrrà almeno 3 nuovi germogli (3×1200) = 3.600 culmi più robusti e più alti della pianta madre che li ha generati, + 1200 genitori = 4800;
• Al sesto anno i 4.800 culmi, se lasciati sul campo, produrranno altri 14.400 germogli che diventeranno culmi da oltre 20 metri di altezza entro 60/90 giorni.
• Dopo 6 anni avrai ottenuto 19.200 piante ! Una buona parte l’avrai già collocata sul mercato, anche per lasciare spazio ai nuovi germogli che diventeranno culmi in pochi mesi.
Se si intende sfruttare il bambuseto privilegiando la produzione di germogli, si può giustificare un sesto molto fitto (5 x 5), ma si otterranno comunque dei germogli di pezzatura medio-piccola. Una recente tendenza – diretta alla sola produzione di germogli alimentari – è quella di disporre le piante al centro del terreno da colonizzare: i rizomi si svilupperanno verso la periferia trovando sempre terreno fertile.
Dal punto di vista della redditività, si consideri che da un kg. di germogli si ricavano circa 2 euro, mentre da un culmo se ne ricavano almeno 12.
Il culmo di Madake ha una vita media di circa 20/25 anni, ciò significa più del doppio degli altri phyllostachys, infatti i culmi di altre specie hanno una vita che varia dai 5 ai 10 anni. La raccolta può essere effettuata a partire dal 3° anno dopo l’emergenza.
La piena maturità del bambuseto di Madake si raggiunge tra i 6 e 8 anni in funzione del tipo di terreno, delle condizioni climatiche e colturali.
5.Coltivazione e gestione di un bambuseto
Il bambù gigante Madake, dopo la messa a dimora non necessita di cure particolari:
è sufficiente assicurare il fabbisogno idrico.
non necessita di potature
nessuna aratura del terreno (anzi, è da evitare per non danneggiare i rizomi).
una corretta concimazione annuale è consigliata sino a raggiungimento della maturità del bambuseto, per accelerarne lo sviluppo.
Proprio perché non sottrae tempo prezioso, questo tipo di coltura è indicato per diversificare la produzione e trasformare la propria attività in azienda multireddito.
Raccolta e trasformazione del prodotto
Germogli e Foglie
La raccolta dei germogli per uso alimentare rappresenta una sana potatura.
I germogli completano la loro crescita diventando culmi in circa 60/90 giorni.
Una volta sviluppata la parte “legnosa”, il germoglio non è più commestibile.
Se tutti i germogli prodotti dal bambuseto venissero lasciati crescere, solo alcuni di essi diventerebbero culmi di grandi dimensioni: il bambuseto si autoregola in base alla proprie capacità di nutrire le nuove canne. Anche per questo motivo non concordiamo con chi propone sesti d’impianto troppo fitti.
Il bambù gigante Madake produce i primi germogli già dal primo anno e se ne può iniziare la raccolta dopo soli 3 anni.
In Sardegna la raccolta si effettua in primavera, a partire dal mese di aprile, sino a giugno.
La trasformazione industriale dei germogli consente la produzione di creme alimentari e conservazione sottolio, come qualche coltivatore sta già facendo .
Le foglie, in campo alimentare sono utilizzate per tisane, bevande, infusi.
Le foglie, in campo cosmetico/farmaceutico sono utilizzate per creme, shampoo, unguenti e simili.
Esiste anche un mercato per le foglie essiccate, che vengono vendute come spezia aromatizzante
In media, da un bambuseto viene raccolto circa il 30% dei culmi ogni anno.
Il taglio, in Sardegna, può essere effettuato in autunno/inverno, indicativamente da ottobre a febbraio.
Per il taglio è sufficiente una comune motosega leggera.
L’attesa per il primo taglio dei culmi, varia a seconda della destinazione d’uso: il coltivatore può scegliere i tempi e le modalità di rientro del suo investimento:
Per destinarlo a produzione di pellet, biomassa o multistrati leggeri, i culmi di Madake possono essere tagliati già dal terzo-quarto anno, mentre per altre specie è necessario attendere 6 – 8 anni.
Il taglio annuale dei culmi rappresenta il 25% – 30% del totale. Con un ettaro di bambù gigante Madake si producono circa 1000 q.li di biomassa; con il legno tradizionale per avere le stesse quantità bisognerebbe abbattere 20 ettari di bosco.
Scheda tecnica
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